In questi giorni visitando alcuni siti di Aste a Ribasso troviamo un bel Screen della Guardia di Finanza, tutti sottoposti a sequestro, giustamente rientrando nell’operazione “Knocked Down“.
La maggior parte di questi siti offriva un servizio truffaldino, venivano promessi iPhone Netbook e tantissimi “bocconcini” Hi-Tech a pochi centesimi di euro, ma chi vinceva non era di certo il povero utente speranzoso.
Infatti dal 2008, ovvero da quando è stata lanciata la moda delle Aste a Ribasso fino ad oggi la Guardia di Finanza ha ricevuto moltissime lamentele.
I siti oscurati sono: YouBid.it – BidPlaza.it – BidMe.it – BidMe.it – LowBid.it
I siti che hanno preferito cessare il servizio sono: FunnyBid.it – ChiOffreMeno.it – ChiOffreMeno.it
Quelli ancora attivi (citiamo solo qualcuno più famoso): Bidda.it – Asteclick.com
Ma quali sono state le dinamiche sospette? Vincitori spesso identici, puntate vittoriose negli ultimi secondi (o addirittura postume!), in questo modo i gestori si accaparravano i premi.
Siamo giunti alla fine delle Aste a Ribasso? Forse si!
Ecco cosa questi siti hanno violato l’ art 4 co. 4 /bis legge 401/90 riportato di seguito:
L’art. 4 l. n. 401 del 1989 punisce con la reclusione da sei mesi a tre anni «chiunque esercita abusivamente l’organizzazione di scommesse che la legge riserva allo Stato o ad altro ente concessionario o su attività sportive gestite dal Comitato olimpico nazionale italiano (Coni) dalle organizzazioni da esso dipendenti o dall’unione italiana per l’incremento delle razze equine (Unire)».
Più in particolare, con il comma 4-bis della medesima disposizione normativa (introdotta con la l. 23 dicembre 2000 n. 388 – Legge finanziaria), il legislatore ha esteso le medesime sanzioni a «chiunque svolga in Italia qualsiasi attività organizzata al fine di accettare o raccogliere o comunque favorire l’accettazione o in qualsiasi modo la raccolta, anche per via telefonica o telematica, di scommesse di qualsiasi genere da chiunque accettate in Italia o all’estero».